In viaggio con Simona, contro la sclerosi. Intervista di Iacopo Melio

#Inviaggioconsimona_Simona Anedda

In viaggio con Simona, contro la sclerosi. Intervista di Iacopo Melio

Quale potrebbe essere la vostra reazione se un medico vi dicesse che la vostra vita ha una nuova compagna, una malattia degenerativa come la Sclerosi Multipla, e che presto o tardi i vostri giorni si consumeranno sempre di più? Impossibile darsi una risposta se in certe situazioni non ci piombiamo dentro, tanto che le mie parole iniziali potrebbero risultare quasi crude. Ma quel che è certo è che pochi, di sicuro la minoranza, avrebbero avuto la forza che sta dimostrando Simona nel ridere in faccia al suo mostro più grande, fino a diventarne quasi amica.

“La malattia può cambiare le abitudini di vita, ma non spegnere le passioni”.

È questo il motto di Simona Anedda, romana, classe 1974. Me lo ripete al telefono con una voce carica di vita ma soprattutto di sogni e di visioni, ancora, da voler rendere realtà.
Amante dei viaggi da sempre, ha iniziato con l’erasmus in Islanda per poi finire dopo la laurea in un vero e proprio tour di trasferimenti e traslochi: da Londra alla Danimarca, dalla Svezia a New York per poi finire a Chicago. E infine (anzi no) le terre sconfinate dell’Australia e il lavoro in Germania come tour leader per due grandi aziende.

In tutto questo sono susseguite escursioni a raffica tra Messico, Francia, Cuba, Sud Africa… Fino a quando i primi malori hanno iniziato a colpirla, al ritorno dall’ennesimo viaggio nella Guyana Francese. Dolori muscolari e problemi respiratori in primis. La diagnosi è stata fulminea, come quella bestia che l’ha agguantata da un giorno all’altro: “Sclerosi Multipla”.

Ecco. Immaginatevi ora un macigno di pensieri, di domande, di dubbi e di paure a schiacciarvi sopra il petto. Cosa avreste fatto? Per quanto tempo vi sareste fermati?

Simona non lo sa. Non se lo è mai chiesto. Simona alla notizia ha reagito “semplicemente” partendo da sola per un viaggio, l’ennesimo, in Brasile, per la durata di ben due mesi.

E il finale? Dove è il finale triste? Non c’è. Ed è questa la vera magia. Perché come mi ricorda Simona ridendo: “Ho ancora un sacco di posti da vedere!”.

Simona Anedda_ogni vita è un viaggio

Così, sebbene dal 2014 sia in carrozzina, la viaggiatrice seriale ha ripreso a scoprire nuovi orizzonti e nuovi panorami, continuando tra una terapia e l’altra a soddisfare la sua fame di indipendenza: Islanda e Miami sono state le prime due tappe dopo la disabilità.

“Non cammino più, non muovo le braccia, non respiro bene. Ma è inutile piangere.
Sento che non avrò una vita lunga. Ma voglio continuare a viaggiare”.

È quello che si può leggere sul sito di Cittadinanza Attiva, la fondazione che supporta il suo nuovo sogno: raggiungere l’India entro Gennaio 2017. Ecco allora il senso dell’hashtag che ha deciso di lanciare qualche giorno fa: #InViaggioConSimona. Una vera e propria raccolta fondi che le permetterà di ripercorrere i luoghi descritti in uno dei suoi libri preferiti, “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani.

L’obiettivo fissato a dodicimila euro (che comprende il viaggio andata e ritorno, i vari spostamenti e l’alloggio con vitto per lei e il suo accompagnatore) è stato raggiunto grazie a diverse iniziative: come la campagna di raccolta fondi lanciata su Produzioni dal Basso e Worth Wearing.

#Inviaggioconsimona_T-shirt

L’obiettivo però, badate bene, non è per nulla egoistico. Una volta tornata in Italia vorrà scrivere una guida di viaggi accessibili: spesso difficili e disperati, sì, ma dove chiunque possa sentirsi finalmente libero, senza lasciarsi abbattere in partenza dallo sconforto.
Perché basta poco per rendere libera una persona. In questo caso, il viaggio di Simona rappresenta la speranza per tanti. Una libertà, potremmo dire, senza frontiere.

Segui Simona su www.inviaggioconsimona.cittadinanzattiva.it.
Intervista di Iacopo Melio di #vorreiprendereiltreno.

Aggiornamento: La campagna di crowdfunding in #InViaggioConSimona su Worth Wearing si è conclusa.

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